Cari parrocchiani,
consegno nelle vostre mani il Progetto pastorale parrocchiale
perché, accogliendolo con la consueta disponibilità,
diventi per ciascuno un invito a riflettere sul significato del
vivere cristianamente oggi, nella nostra società, e a operare
cordialmente per contribuire alla costruzione della nostra comunità
perché sempre meglio esprima il mistero della Chiesa.
Non a caso, infatti, ho desiderato che il Progetto prendesse
le mosse dallicona dipinta dal Libro degli Atti (2,42),
che proprio un anno fa - nella felice circostanza della mia immissione
come parroco - ho proposto a voi in modo programmatico: erano
assidui nellascoltare linsegnamento degli Apostoli
e nellunione fraterna, nella frazione del pane e nella preghiera.
Il Progetto pastorale parrocchiale è il frutto
di unampia riflessione condotta soprattutto in sede di Consiglio
Pastorale Parrocchiale, dellintelligente impegno di un piccolo
gruppo redazionale e del lavoro di coordinamento e di selezione
da parte dei sacerdoti della parrocchia.
Dalla sua lettura emerge facilmente limpostazione e larticolazione
ormai da molti conosciuta: Ministero della liturgia,
Ministero della Parola, Ministero della carità;
è poi arricchito da un Appendice riguardante
la vita dellOratorio.
Ma da essa potrà soprattutto evidenziarsi il contenuto
del Progetto:
siamo di fronte a un esperimento che inizia con lanalisi
della situazione concreta - con i suoi bisogni e le sue risorse
- e si propone di consolidare le realtà positive già
presenti nella comunità, eventualmente procedendo alla
sostituzione di alcuni aspetti che risultano ormai sterili.
Come ogni progetto, anche il nostro non contiene tutto ciò
che è realizzabile, ma soltanto riporta alcune attenzioni
che si impongono con urgenza e che possono essere prese in considerazione
realisticamente dalle nostre forze.
A questo proposito, ritengo che il Progetto risulti davvero radicato
nella nostra realtà, sia in armonia con la pastorale diocesana
e presenti una logica connessione tra gli ambiti proposti.
Aderente alle istanze del nostro contesto socio-culturale, ha
il pregio di far emergere alcune figure di servizio cui ciascuno
potrà ispirarsi per contribuire ad imprimere un corretto
dinamismo nella comunità.
Infine mi piace presentare questo Progetto come un serio tentativo
di mediare tra lideale pastorale e la realtà esistente,
un tentativo, dunque, che richiede - dopo un adeguato periodo
di lavoro - una verifica trasparente e leale, capace di imprimere
nuovo slancio allaffascinante impresa cui diamo inizio ponendo
mano allattuazione di questo progetto che esige la cordiale
condivisione da parte di ciascuno e lentusiasmo di chi è
consapevole di cimentarsi, sostenuto dallo Spirito del Signore,
in unimpresa ecclesiale, di respiro universale
il vostro parroco don Alessandro
La Chiesa - nuovo popolo di Dio - è nata
dal Vangelo dellAmore di Dio quale si è manifestato
in Gesù e vive di questo amore e opera nel mondo per rivelare
il Volto di Dio al fine di ricondurre a Dio tutto il genere umano,
finalmente in Cristo riunificato.
Nessuna parola umana può spiegare Dio, nessuno sforzo della
mente può comprenderlo del tutto. Eppure Dio può
essere incontrato nella Chiesa che vive del Vangelo e contempla
la gloria di Dio nel volto di Gesù Cristo (2
Cor. 6)
Ogni comunità cristiana, che vive unita nellamore,
rivela Dio al mondo perché Dio in se stesso è
Amore (1 Gv.4,8):
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete
amore gli uni per gli altri( Gv.13,35).
Se la comunità cristiana è chiamata a rivelare Dio,
ci chiediamo, a questo punto, quale sia il Volto della nostra
Parrocchia, ossia il suo linguaggio, i suoi gesti, le sue intenzioni
profonde, la sua fisionomia. Infatti la Parrocchia... è
in un certo senso la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case
dei suoi figli e delle sue figlie; non è principalmente
una struttura, un edificio; è piuttosto la famiglia di
Dio, ..., una casa di famiglia, fraterna ed accogliente, . . .,la
comunità dei fedeli (Christifideles Iaic~ 26).
Il problema serio della nostra Parrocchia - come di ogni altra
- è quello di mostrare il Volto dellAmore, perché
solo così si rivela Dio, la sua carità, la sua misericordia
e la sua disponibilità.
Ma anzitutto ci chiediamo:
La nostra Parrocchia, che opera in un ambito territoriale ben
definito, di quale realtà umana di fatto è costituita?
E' una realtà assai eterogenea perché non coincide
semplicemente e non si esaurisce con i battezzati residenti nel
territorio, siano essi praticanti o no. Consta anche di parrocchiani
dì elezione ossia di tutti coloro che, impiegati
negli insediamenti lavorativi operanti in questa area geografica,
sono appartenenti ad altre parrocchie: di fatto essi vivono ed
operano, per la maggior parte del tempo, attorno a San Babila.
E' necessario ora porci altre domande
per definire meglio i nostri obiettivi:
- Come e con quali strumenti raggiungere lo scopo fondamentale
di ricondurre luomo a Dio?
- Come accogliere i lontani dalla Chiesa, come pure
coloro che attendono una risposta ai loro bisogni, che possono
essere di natura spirituale o materiale, e coloro che, a volte,
per qualsiasi motivo, non osano neppure chiedere?
- E come sostenere coloro che di fatto costituiscono la comunità
dei vicini?
- E, in particolare, come riconoscere, accogliere e valorizzare
i carismi che lo Spirito Santo continua a suscitare per il bene
della comunità?
Per dare una risposta a questi interrogativi il nostro progetto
pastorale privilegia come strumento operativo la Liturgia per
svilupparsi ulteriormente in riferimento al Ministero della Parola
(quella Parola che proclama, in modo antico, ma sempre sorprendentemente
nuovo, il disegno damore di Dio e le sue esigenze per noi)
e alla testimonianza della Carità.
Potremo così meglio individuare i passi da compiere in
ordine soprattutto ai nostro obiettivo fondamentale che - in consonanza
con gli auspici dellArcivescovo - è di promuovere
una comunità che viva il Vangelo nella semplicità
e nella gioia (C.M.Martini, Il vento e il fuoco della
Pentecoste, n. 2), una comunità che si sente in missione
e che evangelizza per il fatto stesso di vivere in un certo modo
e di diffondere la gioia del Vangelo.
Nel volto della comunità si potrà allora ravvisare
il Volto della Chiesa degli Apostoli, quando tutti coloro che
erano diventati credenti erano assidui nellascoltare
linsegnamento degli Apostoli e nellunione fraterna,
nella frazione del pane e nella preghiera (At. 2,42).
Parte prima
Il Ministero della
liturgia
Lazione di salvezza che Cristo ha compiuto è resa
presente ed efficace per mezzo della Liturgia celebrata dalla
Chiesa. (Sinodo 47°, cost 50).
Ci chiediamo anzitutto se lo svolgimento dei riti sia sempre
adeguato ad esprimere il mistero della presenza di Cristo e, in
particolare, se le nostre assemblee liturgiche siano veramente
coscienti di essere soggetto attivo della celebrazione.
Il pericolo del ritualismo formale, come pure quello dellabitudine
e di una certa passività dellassemblea, sono sempre
in agguato.
Ci si chiede di esercitare la vigilanza. In che modo? Anzitutto
le nostre celebrazioni si attuano nellaccoglienza del Mistero,
ossia della presenza santa e misericordiosa di Dio e richiedono
quindi un profondo atteggiamento di fede e di adorazione, quella
fede di tutti e di ciascuno che apre allazione dello Spirito
Santo che, di fatto, è il vero animatore di ogni liturgia
cristiana.
In secondo luogo lassemblea Iiturgica è chiamata
a diventare sempre più soggetto attivo della
celebrazione, come vuole il Concilio Vaticano II.
Per ricercare i modi più adatti a favorire questa celebrazione
comunitaria viene costituito il Gruppo parrocchiale di animazione
liturgica,
il cui servizio promuove la più ampia ministerialità
ecclesiale delle celebrazioni liturgiche.
L auspicio è che la partecipazione consapevole, attiva
e fruttuosa alla liturgia diventi la carta didentità
dei parrocchiani di San Babila (cfr. Il Segno parrocchiale,
gennaio 1997 Nel nostro impegno a riscoprire il significato
della liturgia per la fede e la vita dei cristiani avremo
di mira alcune priorità che ci vengono anche suggerite
dal Sinodo 470 della Diocesi di Milano (cfr. Parte I, cap.2):
- Eucaristia, centro della vita della Chiesa e della sua missione
- La Domenica e lAnno Liturgico
- I Sacramenti nel cammino di fede del cristiano.
LEUCARISTIA, CENTRO DELLA VITA DELLA
CHIESA E DELLA SUA MISSIONE
Anzitutto vogliamo ringraziare il Signore per la qualità
delle nostre assemblee liturgiche: esse sono attente e partecipi
al mistero che si celebra. Non ci lascia però indifferenti
labbandono della Messa domenicale, o la partecipazione solo
saltuaria, da parte della maggioranza di coloro che nella nostra
Parrocchia sono anagraficamente cristiani. E non ci sfugge nemmeno
il fatto di una presenza inerte, talora annoiata, alla Messa domenicale,
sentita esclusivamente come precetto, da parte di taluni che pure
vi partecipano abbastanza regolarmente.
Per aiutare i fedeli a riscoprire e a vivere la centralità
dellEucaristia nella vita e nella missione della Chiesa,
sarà sempre necessaria unazione educativa e anche
una spiegazione della Messa nei luoghi e nei tempi più
opportuni.
Tuttavia il primo passo per realizzare questa educazione complessiva
è il rinnovamento della celebrazione mediante una sottolineatura
dei gesti e dei segni che assieme alla Parola esprimono lazione
liturgica. Il gruppo di animazione liturgica viene perciò
attivato a preparare le celebrazioni liturgiche domenicali e ad
attuarle con cura a tutti gli orari.
Quanto ai ministeri che riguardano la celebrazione liturgica stiamo
assistendo ad una progressiva fioritura (commentatore, animatori
del canto e della musica, chierichetti, lettori, addetti allaccoglienza
e addetti alla raccolta delle offerte e, da ultimo, i ministri
straordinari della Comunione eucaristica). Al tempo stesso cresce
il desiderio di una seria e costante preparazione allo svolgimento
di questi compiti. Si vorrebbe pure realizzare un coro permanente
per sostenere e guidare il canto assembleare; esso potrebbe diventare
strumento di aggregazione della comunità parrocchiale.
Desideriamo inoltre cominciare a introdurre, accanto alla celebrazione
dellEucarestia, anche la liturgia delle ore. Per questo
abbiamo già in calendario la celebrazione delle lodi mattutine
e dei Vespri penitenziali nei venerdì di Quaresima.
Lo spirito di adorazione - acceso dalla celebrazione eucaristica
- si esprimerà adeguatamente al di fuori della Messa in
molti modi, ma particolarmente mediante la solenne esposizione
annuale del SS. Sacramento (è la pratica tradizionale delle
Quarantore, che deve essere ripresa adattandola nei tempi ai ritmi
di vita odierni) e mediante ladorazione mensile dellEucaristia,
che verrà anticipata dal 1° venerdi al 1°
giovedi di ogni mese, e collocata dopo la celebrazione della Messa
vespertina.
LA DOMENICA E LANNO
LITURGICO
La Domenica: il signore dei giorni
La Domenica, per i cristiani, è il giorno del Signore,
perché è il giorno della Risurrezione.
Come tale, è il primo di tutti i giorni e la prima di tutte
le feste. Esige dunque di essere santificata (ricordati
di santificare le feste).
E tuttavia constatiamo, anche tra parecchi nostri parrocchiani,
la tendenza a ridurre la domenica a fine settimana.
Desideriamo allora riproporre instancabilmente - anzitutto mediante
unazione educativa - tutta la ricchezza teologica e umana
di questo giorno, il cui centro è costituito dalla celebrazione
della Messa.
E' questo infatti il giorno per eccellenza in cui i fedeli si
riuniscono perché, ascoltando la parola di Dio e
partecipando allEucaristia, facciano memoria della Passione,
della Risurrezione e della gloria del Signore Gesù e rendano
grazie a Dio che li ha rigenerati.., per mezzo della Risurrezione
di Gesù Cristo dai morti (Sacrosanctum Concilium,
106). La Domenica, poi, è anche il giorno del riposo e
del tempo libero che permette di curare la vita famigliare, culturale,
sociale e religiosa, come pure di dedicarsi alle opere di bene
e agli umili servizi di cui necessitano i malati, gli infermi
e gli anziani.
L'azione educativa non si limiterà quindi semplicemente
a richiamare il dovere di partecipare alla Messa, ma aiuterà
a recuperare anche gli altri valori della Domenica, sottolineando
in particolare i riti conclusivi e il congedo della
Messa stessa per tradurre la celebrazione nella quotidianità
della vita.
La Domenica, vista in tutte queste dimensioni, appare anche come
il fondamento e il nucleo di tutto lanno liturgico.
Lanno liturgico: celebrazione del
mistero di Cristo
È nostra intenzione dare il più grande risalto a
quel grande itinerario spirituale e pastorale della Chiesa che
è lanno liturgico. Esso ci fa rivivere tutto il mistero
di Cristo, ripresentandolo nei suoi diversi aspetti attraverso
i tempi e le feste: Avvento, Natale - Epifania, Quaresima, Settimana
Santa, Triduo pasquale, Pasqua - Pentecoste, tempo ordinario,
feste di Maria e dei Santi.
Avremo cura di caratterizzare le varie celebrazioni, distinguendo
in profondità quella festiva da quella feriale, quella
dellAvvento da quella della Quaresima, quella natalizia
da quella pasquale, mirando ad accordare alla Pasqua il
suo effettivo primato nella vita della comunità e nelleducazione
dei fedeli (Sinodo 47°, cost. 63, 2).
A partire da questanno, nella festa della Dedicazione della
Cattedrale (3^ domenica dottobre) celebreremo la Messa di
inizio dellanno pastorale.
Lanno liturgico: itinerario di fede
di tutta la comunità
L'anno liturgico così vissuto diventa il grande itinerario
di fede di tutta la nostra comunità parrocchiale, quasi
una scuola di fede e di formazione permanente (Sinodo 47°
cost. 64, 2), dalla quale ciascuno potrà attingere secondo
la propria misura e le proprie esigenze. Tutte le altre nostre
iniziative (catachetiche, caritative e devozionali) saranno ritmate
su di esso mettendole in rapporto con lo spirito e le forme peculiari
dei tempi e delle feste (Sinodo 47° cost. 63, 3).
Lanno liturgico e gli itinerari sacramentali
Anche gli itinerari sacramentali trovano il loro giusto contesto
nellanno liturgico.
Questo vale, in particolare, per gli itinerari alla Prima Confessione,
alla Messa di Prima Comunione e alla Cresima, così come
per la celebrazione della Messa con Unzione degli infermi.
Sarà ancora lanno liturgico a suggerirci i tempi
e le modalità per fare memoria dei sacramenti già
ricevuti:
- la Veglia pasquale (ma anche i sabati di Quaresima e il tempo
pasquale) per il Battesimo
- la Pentecoste per la Cresima
- la festa della Santa Famiglia di Nazareth per la celebrazione
degli anniversari di Matrimonio (XXV, XL, L).
Anche la memoria perenne e il suffragio dei defunti vanno incoraggiati.
Un modo significativo sarà la celebrazione, intorno al
2 novembre, di una Messa annuale per i parroci defunti, nonché
per i parrocchiani defunti nel corso dellanno.
Lanno liturgico e il culto della Madre
di Dio
La liturgia riformata dal Concilio Vaticano Il invita
anche a rinnovare il culto alla Madre di Dio, mediante le memorie
e le feste in suo onore inserite organicamente nel ciclo annuale
dei misteri del Figlio. Il tempo per eccellenza dellanno
liturgico in cui vogliamo fare memoria di Maria è lAvvento
(con la solennità dellimmacolata Concezione, la domenica
della divina maternità di Maria e le ferie prenatalizie,
nelle quali si sottolinea in modo particolare la sua figura);
senza peraltro disattendere le antiche e venerande memorie del
25 marzo e del 15 agosto, come pure altre feste significative
(la Natività di Maria, 8 settembre; la Visitazione,
il 31 maggio e la Vergine Addolorata, il 15 settembre).
Lanno liturgico e la religiosità
popolare
Il cammino dellanno liturgico è poi arricchito dalle
espressioni della religiosità popolare (Sinodo 470, cost.67).
Anche noi desideriamo ridare nuovo impulso
- alle novene di Natale e Pentecoste
- alla devozione al Sacro Cuore, soprattutto nel mese di giugno
- alla devozione alla Madonna nei mesi di maggio e di ottobre
- alla festa patronale di San Babila
La pubblicazione delle note intitolate San Babila e la chiesa
milanese a lui dedicata, fatta ultimamente, a puntate, sugli
organi informati-vi parrocchiali voleva essere un contributo per
rifondare culturalmente linteresse per il Santo patrono,
nonché per lo stesso edificio sacro, quale presupposto
per ulteriori sviluppi, soprattutto di ordine religioso e pastorale.
I SACRAMENTI NEL CAMMINO DI FEDE DEL CRISTIANO
I sacramenti sono previsti e celebrati nella nostra Parrocchia
secondo le norme della Chiesa universale e particolare.
Per quanto riguarda gli itinerari di preparazione a taluni sacramenti,
soprattutto a quelli delliniziazione cristiana (Battesimo
- Confermazione - Eucaristia), rimandiamo alla parte che tratta
del MINISTERO DELLA PAROLA.
Abbiamo già parlato dellEucaristia. In funzione di
essa sono da comprendere tutti i sacramenti, perché essi
sono finalizzati a realizzare lunione di vita con Gesù
Cristo, che è completa nellEucaristia.
Ci limitiamo a segnalare solo qualche momento e aspetto della
loro celebrazione.
Il Battesimo: viene celebrato di norma comunitariamente nel pomeriggio
del primo sabato del mese, ovviamente considerando e valutando,
nei singoli casi, le istanze delle famiglie.
La Messa di Prima Comunione viene celebrata per i fanciulli di
4^ elementare, dopo un biennio di preparazione, ed è preceduta
dalla Prima Confessione al termine della 3^ elementare.
La Confermazione o Cresima viene amministrata ai ragazzi di 1^
media, dopo un altro biennio di preparazione.
La Riconciliazione o Penitenza:
- viene celebrata in forma comunitaria, in sostituzione della
Messa
vespertina,
prima della solenne esposizione annuale del SS. Sacramento
prima del Natale
il mercoledì santo
- viene celebrata in forma individuale
nei giorni feriali: dalle 11 alle 12, dalle 17.30 alle
18.30 e durante le Messe
nei giorni festivi: prima delle Messe in orario
L'unzione degli infermi viene celebrata in forma comunitaria
durante
la giornata parrocchiale dellammalato e dellanziano,
prevista per il mese di maggio, e ovviamente in forma individuale
quando fosse richiesta.
Il Matrimonio viene celebrato una volta assolti tutti gli adempimenti
canonici ed educativi richiesti, tra i quali, di regola, va annoverato
il cosiddetto corso per i fidanzati che potrebbe essere proposto
a livello parrocchiale. Per la celebrazione si esige che la scelta
delle musiche e dei canti, la presenza dei fotografi e cineoperatori
e altri aspetti pratici della cerimonia si attengano a quanto
indicato dai competenti organismi diocesani (Sinodo 47°, cost.
405, 5)
Perché la liturgia sia sempre di più capita e amata,
si richiede uno sforzo incessante di formazione, che coinvolga
tutta la comunità, sia durante la celebrazione, sia al
di fuori di essa.
È quanto ci prefiggiamo anche noi a cominciare dai fanciulli
e dagli adolescenti, mettendo in atto a livello catechistico e
celebrativo ciò che è più opportuno allo
scopo.
Tutta la comunità però ha bisogno di essere maggiormente
aiutata nella comprensione tanto dei testi scritturistici, quanto
dei riti.
In particolare il canto e la musica sono una forma eminente
di educazione e di partecipazione alla liturgia (Sinodo
47° cost 94).
L'uso quotidiano di Cantemus Domino nella nostra
comunità si sta rivelando, anche a questo riguardo, di
grande utilità.
La chiesa stessa, come ambiente in cui si riunisce lassemblea
liturgica, dovrebbe meglio manifestare, con segni appropriati
e visibili i tempi e le feste della liturgia, perché anche
questo è educativo.
È degna di nota lopera, che è tuttora in corso,
di adeguamento della chiesa di San Babila secondo la riforma liturgica
(cfr. 11 Segno parrocchiale, marzo 1997).
Anche questo lavoro di riordino della nostra chiesa parrocchiale
ha lo scopo di farla diventare più accogliente, consentendo
ai fedeli di pregare con maggior agio.
avanti>>
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