La basilica
di San Babila - come ogni altra chiesa-edificio - non può
essere considerata una generica opera architettonica: la destinazione
allazione liturgica, infatti, la qualifica radicalmente
e la sua conformazione è legata allassemblea
del popolo di Dio che vi si aduna.
È lassemblea celebrante che genera
e plasma larchitettura di ogni chiesa: il
popolo di Dio sacerdotale, regale e profetico, la comunità
gerarchicamente compaginata, che lo Spirito santo arricchisce
di una moltitudine di carismi e ministeri, sono il punto di
riferimento per comprendere significato e finalità
della chiesa.
Lo spazio per la
celebrazione liturgica
Lassemblea locale che si raduna nelledificio
di culto, in comunione con tutta la Chiesa - per fare memoria
del mistero pasquale di Cristo nellascolto delle Scritture,
nella celebrazione dellEucarestia, degli altri Sacramenti
e Sacramentali e del Sacrificio di lode - proietta ed imprime
se stessa nelledificio di culto.
Facciamo riferimento a una recente Nota pastorale
dei Vescovi italiani per illustrare questa relazione edificio-comunità
celebrante. Questa nota ricorda che lassemblea
che celebra è una realtà eminentemente viva,
dinamica, storica, in continua trasformazione.
Di conseguenza anche ledificio della chiesa non è
definito una volta per tutte, ma si modifica nel corso dei
secoli, come testimoniano ampiamente la storia dellarte
occidentale e la storia della basilica di San Babila.
Tra assemblea celebrante e edificio nel quale avviene la
celebrazione sussiste un legame profondo: la celebrazione
della liturgia è tuttaltro che indifferente
allarchitettura e, viceversa, larchitettura
di una chiesa non lascia indifferente la liturgia che vi
si celebra. In secondo luogo, tale legame non è dato
una volta per tutte ma muta nel corso della storia:
come non esiste una liturgia immutabile, così non
esiste unarchitettura e unarte per la liturgia
che siano immutabili.
Lo spazio architettonico,
strumento per la preghiera
L architettura e lo spazio hanno una capacità
comunicativa, e larchitettura può diventare
strumento di comunione e facilitare la preghiera e la celebrazione.
Ogni edificio consente lapertura del dialogo tra le
persone e tra le generazioni.
Analogamente le chiese, mentre sono al servizio del culto,
comunicano e sono stimolo e aiuto per fare
memoria, per riflettere e celebrare.
Le chiese sono realtà storiche: esse sono state costruite
non tanto come monumento a Dio o alluomo, ma come
luogo dellincontro sacra-mentale, segno del rapporto
di Dio con una comunità, allinterno di una
determinata cultura e in un ben preciso momento storico.
Di conseguenza, la tradizione cristiana considera lassemblea
- o sacra convocazione (ecclesìa) dei dispersi
figli di Dio (cf. Gv 11,52) - come matrice irrinunciabile
di ogni ulteriore definizione spaziale, momento generatore
e unificante dello spazio in vista dellazione culturale.
Elemento caratterizzante ledificio per la celebrazione
cristiana è, inoltre, la sua capacità di essere
simbolo della realtà tangibile che in
esso si compie, ossia la comunione con Dio che si attua
soprattutto nella celebrazione dei Sacramenti e della Liturgia
delle Ore.
La chiesa-edificio, poiché evoca questa comunione
già in qualche modo anticipata e vissuta, si può
considerare, come diremo più sotto, un luogo escatologico,
segno e simbolo delle realtà celesti. In questa prospettiva
simbolica, come le varie celebrazioni liturgiche rinviano
luna allaltra a formare una realtà unitaria,
così la chiesa edificio non è linsieme
delle sue parti, ma un organismo unitario.
Ledificiochiesa
come "icona"
I molteplici linguaggi ai quali la liturgia ricorre - parola,
silenzio, gesto, movimento, musica, canto - trovano nello
spazio liturgico il luogo della loro globale espressione.
Da parte sua lo spazio contribuisce con il suo specifico
linguaggio a potenziare e a unificare la sintonia dei linguaggi
di cui la liturgia è ricca. Così, anche lo
spazio, come il tempo, viene coinvolto nella celebrazione
del mistero salvifico di Cristo così che se ne può
parlare come di una icona.
Ad esempio, la chiesa-edificio si può considerare
una icona escatologica grazie al collegamento
dinamico che unisce il sagrato alla porta, allaula,
allaltare e culmina nellabside, grazie allorientamento
di tutto ledificio, al gioco della luce naturale,
alla presenza delle immagini e al loro programma.
Ancora, ledificio-chiesa, riflettendo la vita della
comunità cristiana nel suo incontro con Dio attraverso
la liturgia, si può considerare una icona ecclesiologica:
di volta in volta essa è sentita come luogo della
Chiesa in festa, come luogo della Chiesa in raccoglimento
e in preghiera, come luogo in cui la Chiesa esprime la propria
natura intensamente corale e comunitaria.
Lattuale spazio celebrativo
I concetti finora esposti ci consentono una lettura corretta
degli spazi celebrativi della basilica di San Babila.
Elenchiamo soltanto - lasciando poi al lettore ogni approfondimento
- gli spazi che meritano la nostra attenzione.
Laula dellassemblea è composta da:
- Il presbiterio (con laltare, lambone
e la sede del presidente)
- La custodia eucaristica (per ladorazione
del SS. Sacramento)
- Il posto dellorgano; gli stalli del coro; gli
arredi e le suppellettili
- Il fonte battesimale e il battistero
- Il luogo della Penitenza
- Il programma iconografico e le immagini devozionali
Il visitatore della Basilica può rendersi conto della
peculiarità liturgico-cultuale delledificio
e nello stesso tempo della convergenza di interessi diversi
- culturali, normativi, turistici, tecnici - che in esso
devono dialogare... Siamo, infatti, convinti che le vie
della cultura hanno ragioni sufficienti per dialogare; che
la dimensione celebrativa non solo non esclude, ma è
in grado di accogliere ogni altra dimensione, costituendo
un punto di sintesi più alto.
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